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SPECIALE SU ISCHIA


SALVARE I SAPORI SALVAGUARDANDO LA BIODIVERSITÀ

Il tesoro dell'isola è la natura vulcanica del suolo e i microclimi isolani irripetibili: parla l'Assessore provinciale allo sviluppo dell'agricoltura, Vincenzo Falco.

La tradizione culinaria ischitana, così ricca di sapori ed odori particolarissimi, fino a pochi anni fa veniva considerata in via di estinzione. Che cosa sta facendo la provincia di Napoli per salvaguardare e rilanciare questo patrimonio? stiamo sviluppando una serie di progetti per il recupero di forme tradizionali di allevamento e di produzione tipici di <%=ischia%>. Man mano che la riscoperta di alcuni prodotti specifici li riporta all'attenzione, come istituzione siamo impegnati in prima persona al loro recupero e salvaguardia. Ma ritengo che un'ottica orientata solo al rilancio dei singoli prodotti, spesso non in grado di sviluppare volumi significativi di distribuzione, sia perdere di vista il senso generale della questione. <%=ischia%> è un'isola con un territorio dalla natura unica: basti pensare ai famosi tufi verdi, espressione della natura vulcanica così come numerosi microclimi spesso legati anche alla presenza di sorgenti termali molto calde o con caratteristiche chimiche particolari. I prodotti ischitani testimoniano una grandissima biodiversità proprio perché derivano da un ambiente che non ha eguali. Occorre preservare prima di tutto quello, e difendere uno sfruttamento consapevole e compatibile del territorio come quello dato dall'agricoltura tradizionale per riuscire a conservare i sapori di <%=ischia%>.

Fare qualche esempio?

e il recupero del fagiolo Zampognaro, una specie di piccolo borotto molto carnoso e saporito che si trova solo <%=ischia%>. O la reintroduzione. dell'allevamento del coniglio di fossa ischitano. I conigli allevati con il metodo tradizionale crescono semiliberi e vengono nutriti solo con erbe tipiche della montagna. Questo si lega ad un altro progetto che esalta la biodiversità degli aromi di <%=ischia%>: la creazione di "sentieri degli odori", dove sono rappresentate tutte le diverse erbe aromatiche tipiche dell'isola. li progetto forse più importante, tuttavia, è il protocollo d'intesa siglato fra i sette assessorati provinciali italiani che hanno nel loro territorio il sole che producono un vino con l'OIV, l'organizzazione internazionale della vite con sede a Parigi. L'intenzione è quella di salvaguardare la viticoltura delle isole che ha dei costi che non gli consentono di competere con quella di terra. Le normative comunitarie non consentirebbero di dare aiuti diretti al viticoltori: noi sosteniamo che qui però non si tratta di finanziare una produzione commerciale, visto che volumi e le quote di mercato sono risibili. Qui si tratta di finanziare agricoltori per la manutenzione del territorio e la salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio. Presenteremo l'iniziativa al prossimo Vinitaly e a Bruxelles, e speriamo di avere l'adesione di Parigi come Spagna, Portogallo e Grecia che hanno problemi analoghi.


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