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SPECIALE SU ISCHIA


Il regno di Nettuno

di Franco Savastano

Un vero e proprio parco marino che non teme confronti con i fondali più belli del Mediterraneo.

Nell'immaginario collettivo il Paradiso è collocato in cielo, ma chi si immerge nelle acque del "Regno di Nettuno" comincia a dubitarne l'ubicazione, in quanto scopre uno straordinario paradiso subacqueo formato da falesie immerse e secche sconfinate che rappresentano un vero Eden nell'"idrospazio".
Questi fondali non temono confronti con i più belli del Mediterraneo e raggiungono il superlativo per la rigogliosità delle praterie di Posidonia oceanica e per la spiccata biodiversità dei siti rocciosi, spesso popolati da organismi rari e specie endemiche.
Il Regno di Nettuno è il nome assegnato dalla legge quadro del 1991 sulle Aree Marine Protette italiane a quel piccolo arcipelago formato dalle Isole di <%=ischia%>, Vivara e Procida, che emerge dinnanzi alla Costa Flegrea, al margine ovest del Golfo di Napoli.
Ormai ci sono tutte le premesse perché possa diventare un vero e proprio parco marino.
Queste isole di origine vulcanica, la maggiore delle quali è rappresentata da <%=ischia%>, sotto il profilo geomorfologico, poggiano su una vasta piattaforma continentale sommersa, che si innalza da fondali abissali, per formare immense distese rocciose, a volte scoscese ed a volte pianeggianti, la maggior parte a portata d'uomo, sia esso pescatore, sia esso esploratore o visitatore fotocinematografico subacqueo.
Sulla falesia di Sant'Angelo, nonostante ripetute razzie di pirateria biologica del passato, fortunatamente oggi scongiurata dal controllo dei diving presenti, svettano rami di Gerardia savaglia, uno Zoantario a scheletro corneo, che sostiene colonie di polipi giallo oro, per formare uno stupendo ventaglio che va sotto l'appellativo di "Corallo nero del Mediterraneo".
Sulle pianeggianti "Formiche" del Canale di <%=ischia%>, che gli anziani marinai dell'Isola sogliono dialettalmente chiamare "e' case" (le case), vi sono grotte che sembrano scolpite dall'uomo in una immaginaria epoca passata, che il frequente bradisismo, ancora oggi in atto, avrebbe potuto determinare come zona emersa, così come tutta quella lingua rocciosa sottomarina tra i -4 mt. ed i -40 mt., che in epoche preistoriche sarebbe stato il cordone ombelicale delle attuali Isole alla terraferma.
Sulla Punta Imperatore, a Forio d'<%=ischia%>, si erge quel caratteristico scoglio che, per la sua forma, viene denominato "La Nave", alla cui base sommersa sono ubicate specie diversificate di vita bentonica di grande interesse biologico.
Sulla "parete" di San Pancrazio, a profondità progressiva, nella zona scoscesa e disabitata, si effettuano immersioni da favola, dove non mancano frequenti incontri con specie sia stanziali che pelagiche.
Nel cosiddetto canyon di Cuma sono frequenti incontri ravvicinati con delfini, globicefali e talvolta persino grossi cetacei.
La vicinanza con altre località a spiccata vocazione marinara come Procida, Baia Costa Sorrentina e Capri, consente escursioni giornaliere ed immersioni che contribuiscono a rafforzare quell'immaginario appellativo di vero Eden dell'idrospazio.

Franco Savastano, giornalista e fotografo


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