ANTICHI INTRECCI
A <%=ischia%> l'arte della lavorazione della paglia ha costituito una risorsa economica di primaria importanza. Diffusa un tempo in tutte le famiglie contadine, questa forma di artigianato ha conosciuto la sua massima espansione a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, epoca in qui assunse i caratteri di un vera e propria industria. A Lacco Ameno si concentravano i manufatti prodotti in tutta l'isola e funzionavano i centri di smistamento in cui le "paglie" partivano anche alla volta del Nuovo Mondo. Con l'avvento del turismo questo artigianato tipico è andato poco a poco scomparendo, tanto che oggi se ne sono perse le tracce. Con la sola, lodevole eccezione rappresentata dalla signora Teresa Colella: infaticabile nonostante l'età ormai non più verdissima, Nonna Sisina - come la chiamano parenti e compaesani - è rimasta l'unica depositaria di questa antica arte. Nell'agriturismo di famiglia sulle colline che circondano Forio, la signora Teresa tiene corsi sulla lavorazione della paglia, ma viene anche chiamata a dare lezione nelle scuole dell'isola ed è apparsa più volte in programmi televisivi per mostrare i segreti di questa tecnica ormai scomparsa.
Il punto di partenza è lo stelo della spiga di grano. Fino a qualche decennio fa sull'isola veniva coltivata una varietà di grano duro chiamata " carosella", che in virtù del gambo dritto e lungo si prestava perfettamente ad essere intrecciata. Oggi che. La "carosella" non esiste più Giosuè Colella, figlia della signora Teresa, va ad approvvigionarsi direttamente da coltivatori amici in Puglia, nel Lazio e in Basilicata. Ma per il resto tutto funziona con un tempo le spighe vengono ancora tagliare a mano con la falce e poi riunite in mazzi, successivamente con lo zolfo per eliminare eventuali parassiti. E a questo. Gli stili sono pronti per essere trasformati in cappelli, borse, ventagli, cesti dalle forme più svariate ma tutti completamente e rigorosamente intrecciati mano. |